Lavoro stagionale: siglati gli accordi tra Fisascat Toscana e Uiltucs-Uil Toscana con Confcommercio e Confesercenti

Lavoro stagionale: siglati gli accordi tra Fisascat Toscana e Uiltucs-Uil Toscana con Confcommercio e Confesercenti

Gli accordi sottoscritti prevedono che i titolari di negozi potranno rafforzare il proprio organico, nei periodi di maggiore concentrazione del lavoro, assumendo nuovi dipendenti con contratti stagionali a tempo determinato in deroga alla legge e al contratto nazionale.

Potranno utilizzare questi accordi le imprese del commercio e del terziario delle località previste dagli accordi (sostanzialmente località turistiche e città d’arte) – consultabili nella sezione “settori > terziario – commercio”.

Di fatto, l’intesa estende ai lavoratori del commercio benefici e diritti previsti nello stesso accordo, , come il diritto di precedenza all’assunzione a tempo determinato e indeterminato e l’obbligo del datore di lavoro di rispettare tutte le norme di sicurezza sul lavoro.

“Con questo accordo vogliamo promuovere la flessibilità in entrata, assunzioni tutelate da diritti aggiuntivi e con attenzione alla sicurezza. È un accordo che combatte il dumping contrattuale e premia il lavoro regolare, con un monitoraggio che ci permetterà di valutare con dati certi il valore dello stesso accordo”, dice il segretario generale dalla Fisascat- Cisl Toscana Alessandro Gualtieri.

Confcommercio Toscana e sindacati: ‘Prolungare la cassa integrazione per evitare l’ecatombe di posti di lavoro’

A rischio in Toscana 30mila occupati nel terziario

Firenze: “Il terziario toscano è in allarme: sono a rischio almeno 30mila posti di lavoro se il Governo non interviene con nuovi ammortizzatori sociali che aiutino le imprese ad evitare i licenziamenti”. Lo scrivono in una nota congiunta Confcommercio Toscana e i sindacati regionali dei lavoratori del settore Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

“Con il rialzo dei contagi e le nuove regole di contenimento della pandemia, molte imprese sono di nuove piombate nell’incubo”, spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. “A vivere le situazioni più drammatiche sono i comparti di turismo e pubblici esercizi, discoteche in testa, ma nei centri storici delle città d’arte la crisi tocca un po’ tutte le attività, dal commercio ai servizi. Senza turisti, con pochi residenti e ora con i lavoratori di pubblico e privato spesso nuovamente assenti perché in smartworking, i locali hanno perso il 70% degli incassi e oltre. Difficile dire quanto possano ancora durare queste aziende, già logorate da due anni di stop-and-go. Va meglio nelle periferie e nei borghi più piccoli, dove si lavora con i residenti, ma anche lì la riduzione degli affari c’è, sebbene limitata ad un 30% circa”.

“Viviamo un lockdown mascherato, che stavolta non tocca alle imprese ma alle persone. Così, il Governo evita di prendersi responsabilità e ci abbandona a gestire la crisi da soli”, sottolinea con durezza il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano (nella foto). “Con incassi in picchiata e costi che continuano a correre al rialzo, vedi le bollette, la nostra priorità ora è sopravvivere. E questo significa che, se la cassa integrazione non sarà rifinanziata, ricorrere ai licenziamenti sarà per noi uno strumento di legittima difesa. Ma sarà come gettare al vento anni di sacrifici, di formazione e di esperienza, quel saper fare che solo un dipendente ben preparato può possedere ai massimi livelli. Quando ripartirà l’economia, tutte le nostre imprese saranno più povere, senza le persone alle quali ora sono costrette a rinunciare. Sarà più povero tutto il nostro Paese, che così rinuncia ad un modello produttivo e distributivo che ha creato uno stile di vita invidiato nel mondo”.

Anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori esprimono preoccupazione per il mancato protrarsi delle misure definite nei mesi scorsi: “sono a rischio l’occupazione e il reddito per lavoratrici e lavoratori del turismo, del terziario e degli appalti di servizi, ancora interessati dalla crisi”, dicono le sigle regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che ribadiscono: “per le categorie del commercio, del turismo e dei servizi di Cgil, Cisl e Uil della Toscana si rende necessario provvedere immediatamente ad una ulteriore proroga degli ammortizzatori con causale Covid e del blocco dei licenziamenti, per evitare che nei primi mesi dell’anno esploda una crisi occupazionale che, sinora, si è riusciti ad evitare”.

“La cassa integrazione Covid è terminata il 31 dicembre scorso e ancora il Governo non è chiaro su chi e come potrà sperare in un suo rifinanziamento. Ma il terziario non è figlio di un dio minore, così come non lo sono i suoi lavoratori”, concludono il presidente e il direttore di Confcommercio Toscana Aldo Cursano e Franco Marinoni. “La chiusura di una fabbrica con centinaia di operai fa giustamente notizia e provoca reazioni sdegnate. Vorremmo che lo stesso sdegno nascesse di fronte al pericolo che migliaia di dipendenti da piccole aziende di turismo e commercio perdano il posto”.

Fonte: maremmanews.it

Nuove norme anti Covid sul lavoro, Fisascat: «Tutelino anche gli addetti della Gdo»

FIRENZE – «Alla vigilia delle nuove restrizioni che saranno introdotte nel mondo del lavoro per il contrasto alla pandemia, ci chiediamo come mai non sia applicata la stessa tutela per le lavoratrici e i lavoratori della distribuzione moderna organizzata, della distribuzione cooperativa e del commercio che responsabilmente dall’inizio dell’emergenza covid 19 hanno adottato una serie di misure per valorizzare la sicurezza nei luoghi di lavoro».

A dirlo in una nota Fisascat Toscana che chiede che «le misure sulla sicurezza adottate nei luoghi di lavoro, siano estese anche alle lavoratrici e ai lavoratori dei comparti interessati esposti quotidianamente a rischi importanti».
 

Il sindacato segnala anche «il preoccupante calo di attenzione che si registra in alcune sedi di lavoro dove a volte non si misura più la temperatura e dove si sottovaluta nei fatti le misure minime di controllo. Così come è giusto implementare ogni azione che favorisca la tutela di tutti i cittadini, è anche giusto riconoscere a tutti i lavoratori in prima linea in questa emergenza pandemica il diritto alla salute e ad una serenità lavorativa per quanto possibile in questo momento».

Fonte: AgenziaImPress.it

Commercio e Covid, Fisascat-Cisl Toscana: “Stesse tutele per tutti”

FIRENZE – “Alla vigilia delle nuove restrizioni che saranno introdotte nel mondo del lavoro per il contrasto alla pandemia, ci chiediamo come mai non sia applicata la stessa tutela per i lavoratori della distribuzione moderna organizzata, della distribuzione cooperativa e del commercio che responsabilmente dall’inizio dell’emergenza Covid-19 hanno adottato una serie di misure per valorizzare la sicurezza nei luoghi di lavoro”. A dirlo, in una nota, è la Fisascat-Cisl Toscana, che aggiunge: “Chiediamo che le misure sulla sicurezza adottate nei luoghi di lavoro, siano estese anche ai lavoratori dei comparti interessati esposti quotidianamente a rischi importanti”.

“Segnaliamo – conclude il comunicato – anche il preoccupante calo di attenzione che si registra in alcune sedi di lavoro dove a volte non si misura più la temperatura e dove si sottovaluta nei fatti le misure minime di controllo. Così come è giusto implementare ogni azione che favorisca la tutela di tutti i cittadini, è anche giusto riconoscere a tutti i lavoratori in prima linea in questa emergenza pandemica il diritto alla salute e ad una serenità lavorativa per quanto possibile in questo momento”.

Fonte – Piananotizie.it

Carichi di lavoro insostenibili e buoni pasto troppo bassi: sciopero del Corpo Vigili Giurati

La proclamazione dell’agitazione da parte di Cgil e Cisl di Pisa per chiedere un miglioramento delle condizioni di lavoro per le guardie giurate

Sciopero per l’intera giornata del prossimo 1° gennaio 2022 proclamato dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil e Fisascat Cisl di Pisa per il personale del Corpo Vigili Giurati, l’istituto di vigilanza privata più grande del territorio pisano, con oltre 120 dipendenti inquadrati nella sede di Ospedaletto e sugli altri distaccamenti della nostra provincia.
A novembre scorso le sigle provinciali avevano avviano uno stato di agitazione ed effettuato con l’azienda un paio di incontri per discutere delle problematiche legate all’organizzazione del lavoro, alcune annose e altre più recenti, nonché per riprendere il confronto per l’erogazione di buoni pasto di maggior importo.

“Oltre alla richiesta di buoni pasto più alti, come riconoscimento per l’impegno profuso dalle guardie soprattutto negli ultimi due anni di pandemia e in attesa di un rinnovo del Contratto Nazionale di settore ormai scaduto da sei anni, che ha lasciato i loro stipendi sotto al limite della decenza, nei due recenti incontri abbiamo chiesto all’azienda di intervenire sulle ennesime pesanti criticità organizzative presenti nel territorio pisano, con Guardie Particolari Giurate costrette a sobbarcarsi doppi turni e più zone di servizio a causa della cronica assenza di personale – raccontano i sindacati – la sostanziale disgregazione dell’organizzazione del lavoro sta producendo da un lato un aumento esponenziale dei rischi per la sicurezza del personale tecnico-operativo, a causa anche dell’impossibilità degli operatori della Centrale Operativa di garantire un efficace coordinamento e controllo delle GPG in servizio, e dall’altro un palese decadimento della qualità dei servizi resi alla maggior parte dei clienti pubblici e privati”.

“Nonostante le preoccupazioni esposte soprattutto dai rappresentanti sindacali aziendali, la Società si è barricata dietro la giustificazione di non riuscire a trovare personale per assenza di candidati, facendo finta di non sapere che i nuovi assunti rassegnano le dimissioni dopo pochi giorni proprio a causa dei carichi di lavoro insostenibili – continuano i sindacalisti – mentre per le altre problematiche evidenziate ha dato disponibilità ad intervenire, ma solo tra alcuni mesi, anche qui dimenticandosi che molte di queste criticità esistono da anni e richiedono un intervento non più differibile”.

Dati gli inevitabili contraccolpi sulla qualità dei servizi resi dal Corpo Vigili Giurati, la Filcams Cgil e la Fisascat Cisl di Pisa hanno chiesto un incontro urgente alla Prefettura, autorità proposta al controllo sulle attività degli Istituti di Vigilanza. “La grave situazione in atto ci costringe a chiedere l’intervento delle istituzioni e ad avviare una mobilitazione del personale del Corpo Vigili Giurati di Pisa e provincia, con un primo sciopero proclamato per l’intera giornata del prossimo 1° gennaio 2022, con l’auspicio che l’anno nuovo possa finalmente portare a questi lavoratori un miglioramento delle loro condizioni di lavoro. In caso contrario, porteremo avanti la vertenza in tutte le sedi necessarie” concludono i sindacati.

Fonte: pisatoday.it

 

La protesta dei manutentori della Fipili: “Sicurezza e contratto, vogliamo certezze

Firenze, i dipendenti di Avr manifestano sotto la Regione 

Firenze, 22 dicembre 2021 – Presidio sotto palazzo del Pegaso, in concomitanza con la seduta di oggi del Consiglio regionale, di Fisascat Cisl per i lavoratori di Avr, l’azienda che ha in carico la manutenzione della superstrada Firenze-Pisa- Livorno.

I dipendenti, 40 nella sede di Empoli, 150 in Toscana, chiedono un confronto con la Regione, proprietaria dell’infrastruttura, e con la città metropolitana di Firenze che ha in gestione l’arteria di grande comunicazione, per cercare una mediazione con l’azienda su tre punti qualificanti: la sicurezza, la retribuzione e l’applicazione del contratto.

“Siamo qua stamani – spiega Jonathan Zucconi di Fisascat Cisl di Firenze Prato – perché abbiamo cercato di mediare in qualche maniera con Avr su diverse questioni, che sono ancora pendenti. Non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo. Abbiamo bussato alle porte della Regione oltre sei mesi fa. Nessuno ci ha ricevuto fino ad oggi. Finalmente abbiamo avuto un primo contatto col capo di gabinetto della Giunta”.

In particolare, segnala Zucconi, “assistiamo a una disapplicazione del contratto multiservizi col mancato riconoscimento dei fondi di assistenza sanitaria integrativa e di previdenza complementare. Inoltre non viene riconosciuto il presidio domenicale, diverse parti del contratto dunque non vengono applicate in modo puntuale”

 

Fonte: lanazione.it